La donazione in riguardo di matrimonio


Una specifica norma del Codice civile, l’art. 785, disciplina la donazione in riguardo di matrimonio, c.d. donazione obnuziale. Per aversi tale donazione è necessario che l’atto faccia riferimento ad un matrimonio bene individuato; è da escludere che rientri nella fattispecie in esame l’attribuzione patrimoniale fatta nella prospettiva soltanto generica del matrimonio.

Occorre anche che siano individuabili dall’atto entrambi gli sposi; come evidenziato in più pronunce giurisprudenziali, peraltro,  l’individuazione non presuppone necessariamente l’indicazione del loro nome nell’atto di liberalità ma può essere ottenuta con altri mezzi che consentano di pervenire con uguale certezza alla identificazione degli sposi.

Il legislatore ha previsto espressamente che donante possa essere uno dei futuri sposi o un terzo. Se donante è  uno degli sposi donatario è l’altro sposo. Se, invece, donante è un terzo, donatari possono essere uno o entrambi i futuri sposi o i figli nascituri da questi.

Per quanto riguarda la natura giuridica, la donazione obnuziale si perfeziona senza bisogno di accettazione, per effetto della sola dichiarazione del donante. Parte della dottrina ritiene che la mancanza di una accettazione espressa non sia sufficiente a collocare la donazione obnuziale al di fuori dello schema contrattuale e che ad essa sia applicabile l’articolo 1333 c.c., che disciplina il contratto con obbligazioni a carico del solo proponente: il donatario non deve accettare la proposta di donazione ma può rifiutarla entro il termine richiesto dalla natura dell’affare o dagli usi: la mancanza di tale rifiuto, che ha il significato di una dichiarazione tacita, comporta la conclusione del contratto.

La prevalente dottrina, invece, ravvisa nella donazione obnuziale una deroga alla contrattualità della donazione tipica e la configura come negozio unilaterale. Ad essa è applicabile l’articolo 1334 c.c., che disciplina l’efficacia degli atti unilaterali: la donazione si perfeziona nel momento in cui la dichiarazione di volontà del donante perviene a conoscenza del destinatario.

Peculiare è la disciplina degli effetti della donazione in riguardo di matrimonio, che non si producono fin quando non segua il matrimonio. Si ritiene che la celebrazione del matrimonio costituisca una condizione apposta alla donazione, più precisamente una condicio facti più che una condicio iuris, in quanto la subordinazione degli effetti della donazione alla celebrazione del matrimonio deriva dalla volontà del donante il quale sarebbe libero di porre in essere una donazione pura e semplice.

In ultimo, occorre soffermarsi sulle vicende che possono coinvolgere il matrimonio e, eventualmente, anche la donazione obnuziale fatta in precedenza. In particolare, nel caso di annullamento del matrimonio si avrà la nullità della donazione. Tale previsione non si applica alla separazione personale, giudiziale o consensuale, perché in tal caso il matrimonio, che è condizione di efficacia della donazione obnuziale, si è validamente celebrato e continua a essere valido. Anche nell’ipotesi di divorzio la donazione obnuziale rimarrebbe valida ed efficace in quanto il divorzio non elide il vincolo coniugale per vizi inerenti al suo momento genetico, ma ne presuppone la validità, limitandosi a rimuoverne gli effetti per vicende sopravvenute e a partire dalla relativa pronuncia e, quindi, lascia integra la situazione che ha costituito motivo e condizioni della donazione.

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Donation in regard to marriage

A specific provision of the Civil Code, art. 785, regulates the donation in relation to marriage, the so-called nuptial donation. For such a donation to be made, it is necessary that the deed refers to a well-defined marriage; it is to be excluded that the patrimonial attribution made in the merely generic perspective of marriage falls within the case in question.

It is also necessary that both spouses are identifiable from the deed; as highlighted in several jurisprudential rulings, however, identification does not necessarily presuppose the indication of their name in the deed of generosity but can be obtained with other means that allow the identification of the spouses with equal certainty.

The legislator has expressly provided that the donor can be one of the future spouses or a third party. If the donor is one of the spouses, the donee is the other spouse. If, however, the donor is a third party, the donees can be one or both of the future spouses or their children.

As regards the legal nature, the nuptial donation is perfected without the need for acceptance, by virtue of the donor’s declaration alone. Part of the doctrine believes that the lack of an express acceptance is not sufficient to place the nuptial donation outside the contractual scheme and that Article 1333 of the Civil Code is applicable to it, which regulates the contract with obligations on the proposer alone: ​​the donee does not have to accept the proposed donation but can refuse it within the term required by the nature of the business or by customs: the lack of such refusal, which has the meaning of a tacit declaration, entails the conclusion of the contract.

The prevailing doctrine, however, sees in the nuptial donation an exception to the contractual nature of the typical donation and configures it as a unilateral transaction. Article 1334 of the Civil Code is applicable to it, which regulates the effectiveness of unilateral acts: the donation is perfected when the donor’s declaration of intent comes to the attention of the recipient.

Peculiar is the regulation of the effects of the donation in relation to marriage, which do not occur until marriage follows. It is believed that the celebration of marriage constitutes a condition attached to the donation, more precisely a condicio facti rather than a condicio iuris, since the subordination of the effects of the donation to the celebration of marriage derives from the will of the donor who would be free to make a pure and simple donation.

Finally, it is necessary to dwell on the events that may involve the marriage and, possibly, also the nuptial donation made previously. In particular, in the case of annulment of the marriage, the donation will be null and void. This provision does not apply to personal separation, whether judicial or consensual, because in this case the marriage, which is a condition of effectiveness of the nuptial donation, has been validly celebrated and continues to be valid. Even in the event of divorce, the nuptial donation would remain valid and effective because the divorce does not eliminate the marital bond due to defects inherent to its genetic moment, but presupposes its validity, limiting itself to removing its effects due to subsequent events and starting from the relative pronouncement and, therefore, leaves intact the situation that constituted the reason and conditions of the donation.

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