I beni di interesse storico-artistico sono soggetti ad una particolare disciplina diretta a garantirne la protezione e la conservazione per i fini di pubblica fruizione.
Il patrimonio culturale è costituito da due tipologie di beni, i beni culturali e i beni paesaggistici. Sono beni culturali, direttamente sottoposti alla disciplina del codice dei beni culturali, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, quelli indicati dall’art. 10, commi 1 e 2, lett. a) b) e c) mentre per le restanti categorie di beni di cui all’art. 10, D.Lgs. n. 42/2004 l’applicazione della disciplina in esame è subordinata alla dichiarazione di interesse culturale adottata ai sensi dell’art. 13.
In attesa della conclusione del procedimento di verifica, sono comunque assoggettati alla disciplina del codice dei beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato e alle Regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a presone giuridiche private senza fine di lucro ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti che presentano interesse artistico, storico, archeologico e etnoantropologico, che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre settant’anni. Se, poi, la verifica si conclude con esito negativo, i beni sono esclusi dall’applicazione delle suddette disposizioni. Nel caso in cui, invece, il procedimento si concluda con esito positivo, l’accertamento dell’interesse culturale costituisce dichiarazione ex art. 13 e il relativo provvedimento deve essere trascritto ai sensi dell’art. 15, comma 2, e i beni restano definitivamente sottoposti alla disciplina del codice dei beni culturali.
Per i beni appartenenti a soggetti diversi, in particolare a persone fisiche o enti con fine di lucro, invece, l’individuazione si realizza attraverso una dichiarazione adottata dal Ministero, che accerta la sussistenza negli stessi dello specifico interesse culturale richiesto dalla legge (art. 13).
La dichiarazione di interesse culturale è notificata al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della cosa e ove si tratti di beni immobili o mobili registrati, è trascritta nei rispettivi registri.
L’alienazione a titolo oneroso di beni di interesse storico artistico, a chiunque appartengano, è soggetta alla prelazione dello Stato. La prelazione artistica ha natura di diritto pubblico e si differenzia dalle altre prelazioni legali per vari elementi. In tutte le prelazioni legali, la fattispecie acquisitiva si perfeziona nel momento in cui il prelazionario accetta la proposta di acquisto fattagli pervenire dal proprietario attraverso la denuntiatio. Nella prelazione artistica invece la pubblica amministrazione si inserisce nel processo acquisitivo già perfezionatosi tra le parti. Non c’è pertanto il c.d. retratto in quanto la pubblica amministrazione acquista il bene a mezzo di un provvedimento ablatorio.
Nel novero degli atti traslativi soggetti a prelazione rientra per espressa previsione legislativa il conferimento in società. Qualora il bene sia ceduto senza previsione di un corrispettivo in denaro o dato in permuta, il valore economico è determinato d’ufficio dal soggetto che procede alla prelazione. La prelazione può essere esercitata anche quando il bene sia dato a qualunque titolo in pagamento (datio in solutum). Non sono invece soggetti a prelazione quegli atti che pur comportando un trasferimento a titolo oneroso di un diritto reale sul bene non soddisfino l’interesse pubblico al godimento e alla conservazione del patrimonio artistico: pertanto non vi rientrano i negozi costitutivi di usufrutto e servitù mentre la dottrina e la giurisprudenza vi ricomprendono il trasferimento della nuda proprietà. Ne è esclusa anche la divisione in quanto ulteriore presupposto della prelazione è la natura traslativa dell’atto. Quanto alla transazione, si ritiene che ove l’attribuzione del bene sia oggetto delle reciproche concessioni, operi la prelazione.
Un aspetto fondamentale della disciplina in esame riguarda la pendenza del termine per l’esercizio della prelazione in quanto durante la pendenza di tale termine l’atto di alienazione è sospensivamente condizionato e all’alienante è vietato effettuare la consegna della cosa.
Se il bene culturale appartiene allo Stato, agli enti pubblici territoriali, alle persone giuridiche senza scopo di lucro, ad enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, è necessaria altresì l’autorizzazione del ministero ex art. 56, comma 1, lett. a) e b). L’autorizzazione non è richiesta se l’alienazione è fatta in favore dello Stato
Non sono invece soggette ad autorizzazione le alienazioni di beni culturali appartenenti a persona fisica o a società commerciale e tutti gli enti non riconosciuti.
Altro adempimento nel caso in cui si disponga di un bene di interesse storico-artistico è la denuncia: gli atti che trasferiscono in tutto o in parte a qualsiasi titolo la proprietà di beni culturali sono denunciati al Ministero (art. 59). La denuncia è prevista in caso di alienazione di bene culturale a chiunque esso appartenga; essa va presentata dopo l’atto di alienazione anche se il medesimo non dia luogo a prelazione. La denuncia da parte del soggetto alienante deve essere presentata entro trenta giorni dalla stipula dell’atto; per gli atti mortis causa l’obbligo di denuncia è posto in capo all’erede o legatario, con la precisazione che per l’erede il termine decorre dall’accettazione dell’eredità, mentre per il legatario il termine decorre dalla comunicazione notarile di cui all’art. 623 c.c.. La denuncia, infine, va presentata al Soprintendente del luogo in cui si trovano i beni culturali con le prescrizioni di cui all’ 59 D.Lgs. 42/2004.
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The regulation of assets of historical and artistic interest
Assets of historical and artistic interest are subject to a special discipline aimed at ensuring their protection and conservation for the purposes of public enjoyment.
Cultural heritage consists of two types of assets, cultural assets and landscape assets. Cultural assets, directly subject to the discipline of the code of cultural assets, Legislative Decree no. 42 of 22 January 2004, are those indicated in Article 10, paragraphs 1 and 2, letters a) b) and c), while for the remaining categories of assets referred to in Article 10, Legislative Decree no. 42/2004, the application of the discipline in question is subject to the declaration of cultural interest adopted pursuant to Article 13.
Pending the conclusion of the verification procedure, immovable and movable property belonging to the State and to the Regions, to other public territorial bodies, as well as to any other public body and institute and to private non-profit legal entities, including civilly recognised ecclesiastical bodies, which are of artistic, historical, archaeological and ethno-anthropological interest, and which are the work of an author no longer living and whose execution dates back more than seventy years, are subject to the discipline of the code of cultural assets. If the verification concludes with a negative result, the goods are excluded from the application of the above provisions. If, on the other hand, the procedure concludes with a positive outcome, the ascertainment of cultural interest constitutes a declaration pursuant to art. 13 and the relevant measure must be transcribed pursuant to art. 15, par. 2, and the assets remain definitively subject to the discipline of the Code of Cultural Property.
In the case of assets belonging to different subjects, in particular natural persons or profit-making entities, on the other hand, the identification is made through a declaration adopted by the Ministry, which ascertains the existence in them of the specific cultural interest required by law (Art. 13).
The declaration of cultural interest is notified to the owner, possessor or holder in any capacity whatsoever of the item and, in the case of immovable or registered movable property, is transcribed in the respective registers.
The alienation for consideration of goods of historic and artistic interest, to whomever they belong, is subject to State pre-emption. Artistic pre-emption is in the nature of public law and differs from other legal pre-emptions in several respects. In all legal pre-emptions, the acquisition is perfected when the pre-emptor accepts the purchase proposal made to him by the owner through denuntiatio. In artistic pre-emption, on the other hand, the public administration becomes part of the acquisitive process already perfected between the parties. Therefore, there is no so-called retraction since the public administration acquires the property by means of an ablatory measure.
The transfer of property subject to pre-emption includes, by express legislative provision, contribution to a company. In the event the asset is transferred without the provision of a cash consideration or given in exchange, the economic value is determined ex officio by the party granting the pre-emption. Pre-emption may also be exercised when the asset is given for any consideration (datio in solutum). On the other hand, pre-emption is not available for those acts that, while involving a transfer for consideration of a right in rem on the property, do not satisfy the public interest in the enjoyment and preservation of the artistic heritage: therefore, it does not include transactions constituting usufruct and easements, while doctrine and jurisprudence include the transfer of bare ownership. Also excluded is the division since a further prerequisite for pre-emption is the transactional nature of the deed. As to the transaction, it is held that where the attribution of the property is the subject of the mutual concessions, pre-emption operates.
A fundamental aspect of the rules under review relates to the pendency of the term for the exercise of pre-emption, since during the pendency of that term the deed of alienation is subject to conditions precedent and the alienator is prohibited from delivering the object.
If the cultural object belongs to the State, public territorial bodies, non-profit legal persons, and civilly recognised ecclesiastical bodies, the authorisation of the Ministry is also required pursuant to Art. 56(1)(a) and (b). Authorisation is not required if the alienation is made in favour of the State
By contrast, alienations of cultural property belonging to natural persons or commercial companies and all unrecognised entities are not subject to authorisation.
Another fulfilment in the case of disposing of an asset of historical-artistic interest is the notification: acts transferring in whole or in part for any reason the ownership of cultural assets must be notified to the Ministry (art. 59). The notification is required in the case of alienation of cultural property to whomever it belongs; it must be submitted after the deed of alienation even if it does not give rise to pre-emption. The report by the alienating party must be filed within thirty days from the stipulation of the deed; in the case of deeds of mortis causa, the obligation to report is placed on the heir or legatee, with the clarification that for the heir the term runs from the acceptance of the inheritance, while for the legatee the term runs from the notarial communication referred to in art. 623 of the Civil Code. Lastly, the complaint must be filed with the Superintendent of the place where the cultural assets are located with the prescriptions set forth in Article 59 of Legislative Decree 42/2004.
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