Scissione mediante scorporo, anche a favore di società preesistente


L’art. 51, comma 3, d.lgs. 19/2023 ha introdotto nel codice civile il nuovo art. 2506.1 c.c. che disciplina la scissione mediante scorporo. Con tale operazione una società assegna parte del suo patrimonio a una o più società di nuova costituzione e a se stessa le relative azioni o quote, continuando la propria attività.

Nella scissione mediante scorporo, dunque, una società fa un’assegnazione patrimoniale in favore di un’altra società e, a differenza della scissione tradizionale, le azioni che la società beneficiaria deve assegnare a fronte dell’attribuzione patrimoniale che riceve non vengono date ai soci della società scissa ma alla società scissa stessa.

Si tratta di un fenomeno, da un punto di vista patrimoniale, analogo al conferimento perché a fronte di un’assegnazione patrimoniale da una società a un’altra, quest’ultima assegna alla prima azioni o quote; ma, qualificando tale fenomeno come scissione si evita di applicare la normativa sui trasferimenti e, di conseguenza, nel caso di scissione mediante scorporo abbiamo:

  • un’operazione agevolata dal punto di vista fiscale;
  • un fenomeno di riorganizzazione aziendale per cui non sono necessarie le menzioni obbligatorie proprie dei trasferimenti immobiliari né il rispetto della normativa sulla conformità catastale.

In altre parole, in caso di atto di scissione mediante scorporo che coinvolga immobili, occorre solo citare l’immobile con i suoi dati catastali ai fini della voltura.

Inoltre, per espressa previsione legislativa, la scissione mediante scorporo si attua con un procedimento semplificato rispetto alla scissione tradizionale, in particolare:

  • ai sensi dell’art. 2506-bis, comma 4, ultima parte, c.c., il progetto di scissione mediante scorporo non contiene i dati di cui ai numeri 3), 4), 5) e 7) dell’articolo 2501 ter, primo comma, né altro contenuto incompatibile con l’assegnazione delle azioni o quote delle società beneficiarie alla società stessa, anziché ai suoi soci;
  • poiché la beneficiaria è una società di nuova costituzione le cui partecipazioni sono interamente assegnate alla scissa, non occorre che dal progetto risulti la data dalla quale le azioni o quote partecipano agli utili (art. 2501-ter, comma 1, n. 5, c.c.);
  • ai sensi dell’art. 2506-ter, comma 3, ultima parte, c.c., alla scissione mediante scorporo si applicano le esenzioni contemplate da detta norma per i casi di scissione mediante costituzione di una o più nuove società con attribuzione proporzionale di partecipazioni;
  • resta ferma la necessità di redigere la perizia di stima di cui all’art. 2501-sexies, c.c., ove la scissa sia una società di persone e la beneficiaria una società di capitali;
  • non si applica il diritto di recesso previsto dagli artt. 2473 e 2502 c.c. (art. 2506-ter, comma 6, c.).

Dal tenore letterale dell’art. 2506.1 c.c. emerge che l’unica ipotesi prevista dal legislatore sia quella di scissione mediante scorporo ove la società beneficiaria sia di nuova costituzione, ciò ha fatto sorgere la questione circa l’ammissibilità o meno di tale forma di scissione anche in favore di una società preesistente. Parte della dottrina ne sostiene l’inammissibilità, affermando che – in tal caso -l’operazione da compiere sarebbe un aumento di capitale della società beneficiaria con il conferimento di un ramo d’azienda da parte della società scissa che, in cambio, riceverebbe azioni o quote della beneficiaria.

Una nota massima del Consiglio Notarile di Milano (n. 209), invece, afferma la legittimità  della scissione mediante scorporo anche nei confronti di società beneficiarie preesistenti, con assegnazione di parte del patrimonio della società scissa a una o più beneficiarie, a fronte dell’assegnazione di partecipazioni di queste ultime alla società scissa stessa. La stessa massima prevede, poi, una deroga alle semplificazioni previste nel caso di scissione mediante scorporo qualora la o le beneficiarie preesistenti non siano possedute interamente dalla società scissa e non ricorra un’altra fattispecie caratterizzata da inesistenza o irrilevanza del rapporto di cambio, disponendo che in tal caso non può trovare applicazione la medesima disciplina dettata per la fattispecie di cui all’art. 2506.1 c.c. (scissione mediante scorporo a favore di beneficiarie di nuova costituzione), in forza dell’art. 2506-ter, comma 3, c.c., in quanto la determinazione del rapporto di cambio assume rilevanza e rende quindi applicabile l’ordinaria disciplina di cui agli artt. 2501-quater, 2501-quinquies e 2501-sexies c.c.

In ogni caso, la scissione mediante scorporo, a favore di beneficiarie di nuova costituzione o anche preesistenti, non richiede la perizia di stima ai sensi degli artt. 2343 e 2465 c.c., a meno che si tratti di una scissione di una società di persone a favore di società di capitali (ai sensi dell’art. 2501-sexies, comma 7, c.c.) o che si versi in una delle altre situazioni che rendono necessaria tale perizia, mutatis mutandis, nelle ipotesi di fusione o di scissione.

Nella citata massima si afferma altresì la possibilità di effettuare la scissione mediante scorporo con l’assegnazione di qualsiasi componente del patrimonio della società scissa, a prescindere dal fatto che l’oggetto dell’assegnazione sia o non sia qualificabile come ramo d’azienda.

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Splitting by means of a spin-off, also in favour of a pre-existing company

Article 51, paragraph 3, Legislative Decree 19/2023 introduced the new Article 2506.1 of the Civil Code into the Civil Code, which regulates the split by means of a spin-off. With this operation, a company assigns part of its assets to one or more newly established companies and the related shares or quotas to itself, continuing its business.

In the split by means of a spin-off, therefore, a company makes an asset assignment in favor of another company and, unlike the traditional split, the shares that the beneficiary company must assign in exchange for the asset attribution it receives are not given to the members of the split company but to the split company itself.

From a patrimonial point of view, this is a phenomenon similar to the contribution because in exchange for an asset assignment from one company to another, the latter assigns shares or quotas to the former; but, by qualifying this phenomenon as a split, the application of the transfer legislation is avoided and, consequently, in the case of a split by means of a separation we have:

a tax-friendly operation;
a phenomenon of corporate reorganization for which the mandatory mentions specific to real estate transfers are not necessary, nor compliance with the legislation on cadastral conformity.

In other words, in the case of a deed of split by means of a separation involving real estate, it is only necessary to cite the property with its cadastral data for the purposes of the transfer.

Furthermore, by express legislative provision, the split by means of a separation is implemented with a simplified procedure compared to the traditional split, in particular:

pursuant to art. 2506-bis, paragraph 4, last part, of the Civil Code, the plan for the split by means of a demerger does not contain the data referred to in numbers 3), 4), 5) and 7) of Article 2501-ter, first paragraph, nor any other content incompatible with the assignment of the shares or quotas of the beneficiary companies to the company itself, rather than to its members;
since the beneficiary is a newly established company whose shares are entirely assigned to the split company, it is not necessary for the plan to indicate the date from which the shares or quotas participate in the profits (Article 2501-ter, paragraph 1, no. 5, of the Civil Code);
pursuant to Article 2506-ter, paragraph 3, last part, of the Civil Code, the exemptions provided for by that provision for cases of split by means of the establishment of one or more new companies with proportional assignment of shares apply to the split by means of a demerger;
the need to draw up the appraisal report referred to in art. 2501-sexies, c.c., remains in place, where the demerged company is a partnership and the beneficiary is a corporation;
the right of withdrawal provided for by arts. 2473 and 2502 c.c. does not apply (art. 2506-ter, paragraph 6, c.).

From the literal wording of art. 2506.1 c.c. it emerges that the only hypothesis envisaged by the legislator is that of a demerger by means of a spin-off where the beneficiary company is newly established, this has raised the question of whether or not this form of demerger is admissible even in favor of a pre-existing company. Some of the doctrine supports its inadmissibility, stating that – in this case – the operation to be carried out would be a capital increase of the beneficiary company with the transfer of a branch of the company by the demerged company which, in exchange, would receive shares or quotas of the beneficiary.

A well-known maxim of the Notarial Council of Milan (no. 209), instead, affirms the legitimacy of the split by means of a demerger also with respect to pre-existing beneficiary companies, with the assignment of part of the assets of the demerged company to one or more beneficiaries, in exchange for the assignment of shares of the latter to the demerged company itself. The same maxim then provides for an exception to the simplifications provided for in the case of a split by means of a demerger if the pre-existing beneficiary or beneficiaries are not entirely owned by the demerged company and another situation characterized by the non-existence or irrelevance of the exchange ratio does not apply, providing that in this case the same discipline dictated for the situation referred to in art. 2506.1 c.c. (split by means of separation in favor of newly established beneficiaries), pursuant to art. 2506-ter, paragraph 3, c.c., since the determination of the exchange ratio is relevant and therefore makes the ordinary discipline pursuant to arts. 2501-quater, 2501-quinquies and 2501-sexies c.c. applicable.

In any case, the split by means of separation, in favor of newly established or even pre-existing beneficiaries, does not require an appraisal pursuant to arts. 2343 and 2465 of the Civil Code, unless it concerns a split of a partnership in favour of a capital company (pursuant to art. 2501-sexies, paragraph 7, of the Civil Code) or one of the other situations which make such an appraisal necessary, mutatis mutandis, in the event of a merger or split.

The aforementioned maxim also states the possibility of carrying out the split by means of a spin-off with the assignment of any component of the assets of the split company, regardless of whether the object of the assignment is or is not classifiable as a branch of the company.

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